Tuesday, December 23, 2008

Capitani coraggiosi: a personal forecast for year 2009


Molto probabilmente questo sarà l'ultimo post del 2008, e lo sto scrivendo mentre sorseggio un Thè nero da Hauser, a St.Moritz, con splendide canzoni natalizie come sottofondo, le vetrine scintillanti di lumini, le cameriere bionde ed in giro un'aria di festa; sebbene questo 2008 non sia finito nel migliore dei modi, ed il 2009 di certo non si stia presentando bene, sembra che di problemi qui non ce ne siano, ma sicuramente non è un buon riferimento. Non so perché, ma oggi mi sento ottimista per quelo che verrà, anche se sicuramente le difficoltà da affrontare non saranno cosa da poco. Per indole, le situazioni problematiche mi eccitano, qualche volte mi fanno perdere la testa, ma comunque mi creano una tensione positiva, che nella maggior parte dei casi ha buono sfogo. Quindi quello che dico a voi lettori in prossimità di questo Natale ed inizio anno è di cercare di rifocillarvi, di leggere, di dormire, di parlare, in queste vacanze, e raccogliere le energie per affrontare questa nuova ed eccitante sfida che si pone davanti a tutti, imprenditori, impiegati, artisti, studenti. Ognuno avrà il dovere di fare del proprio meglio per utilizzare questa crisi a proprio favore, per trasformare elementi di minaccia in spunti di sopravvivenza. Chi si preparerà bene, chi saprà vedere un pò più in là del suo naso, chi saprà trovare in anticipo le nuove opportunità che questa crisi certamente creerà, molto probbilmente vincerà. Chi piangerà, chi sarà sfiduciato, perderà.
Prendiamo per buona questa frase pronunciata in mia presenza da un grande imprenditore (forse addirittura pensatore) italiano: "Chi saprà navigare con astuzia, perseveranza, anticipo, in queste acque tempestose, sicuramente sarà premiato quando le acque si calmeranno".
Le persone cambieranno, i mercati cambieranno, qualcuno scomparirà, qualcuno resterà al suo posto, qualcuno si imporrà prepotentemente. A voi la scelta.

JS

Friday, December 19, 2008

The I.B.G. principle




E' stato detto tutto e di più su questa crisi, mediatica o reale che sia, ma di certo stamattina ho letto uno degli articoli più belli a riguardo: The Great Unraveling, di Thomas L. Friedman su International Herald Tribune.
Friedman, già autore del saggio di culto "Il mondo è piatto" (leggetelo se non l'avete ancora fatto), da Hong Kong guarda alla crisi con un duplice sentimento: rivelazione e depressione. Se l'America, portavoce del capitalismo mondiale, è sempre stato il "dottore" che ha portato in giro la medicina per nazionalizzare le banche, per privatizzare l'industria, per aiutare la Cina ad uscire dallo spettro comunista, adesso - dice lui- sarà difficile convincere i pazienti ad usare quella stessa medicina che ha fatto ammalare il medico. Il recente crac Madoff non è che la ciliegina sulla torta, perchè rappresenta semplicemente l'estremizzazione di quello Schema Ponzi già ampiamente diffuso e legalizzato nei sistemi tradizionali: che differenza c'è tra lo schema Ponzi di Madoff ed il sistema subprime? nessuna, entrambi sono piramidali ed entrambi si basano sul principio I.B.G., ovvero I'll Be Gone, non ci sarò più, sarò irrintracciabile quando la bolla scoppierà. Il debito è così frammentato e distribuito che è impossibile imputarlo al solo emittente, perchè ha già coinvolto migliaia di attori intermedi. Se questo è il messaggio che la prima economia del mondo vuole mandare -si chiede Friedman- allora al contempo scompaiono anche quei competitors ideologici (Mosca e Pechino) che hanno permesso all'America di autodisciplinarsi attraverso il loro "esempio negativo". Adesso America e Cina fanno parte di un solo sistema: entrambe hanno (o avranno a breve) un grande comparto bancario ed industriale statale e di fianco un piccolo comparto bancario ed industriale privato; il risultato finale del maxi-bailout sarà proprio questo, un balzo indietro nel tempo che si farà un baffo della deregulation ed allineerà la Cina con gli Stati Unti. Le differenze, insomma sono più sfumate che mai, ed è evidente che sia giunta l'ora di rifondare il nostro modo di intendere il capitalismo. Più che un financial bailout, sarà necessario un ethical baiout. Per chiudere con Friedman: "I don't want to kill the animal spirits that necessarily drive capitalism - but I don't want to be eaten by them either". Homo homini lupus.

JS

Saturday, December 13, 2008

Il latino, il greco.


Sono costernato di fronte ad una risposta di Corrado Augias data su La Repubblica di oggi ad un lettore che si diceva mortificato dall'eliminazione dello studio della lingua latina nelle scuole italiane. Lo storico italiano, in buona sostanza sostiene che il latino sia una lingua morta e oltretutto mal insegnata nelle scuole e diffida la chi ne considera lo studio un esercizio mentale, perchè -dice lui- esistono modi migliori per allenare il cervello. Allora io vorrei portarlo nel mio liceo, a Carrara, per capire se è ancora convinto che lì il latino ed il greco siano insegnati in maniera superficiale o, come asserisce, nella maggior parte dei casi ci si riduca a pietose traduzioni da vocabolario.

Da ragazzino non sono mai stato uno studente modello, ero bravino, si, ma se avessi studiato tanto quanto i miei compagni più bravi, probabilmente avrei avuto risultati esaltanti. La prima dimostrazione l'ho avuta all'esame di maturità, la seconda all'unversità, la terza adesso, al lavoro. Dimostrazione di cosa? E' semplice, il liceo classico (in particolar modo lo studio del latino e del greco) racchiudono due livelli di apprendimento: il primo è quello dell'assorbimento delle culture che rappresentano la radice della nostra civiltà, fatto di grammatiche, di regole, di studio, di impegno, il secondo -di gran lunga il più importante- è quello dello sviluppo di abilità mentali in fatto di analisi, sintesi, reazione, interdisciplinarietà che non ha eguali nell'educazione italiana. Quando i miei amici più grandi (non classicisti) mi dicevano "vedrai com'è difficile l'universtà" ero spaventato perchè stavo ancora vivendo il test più impegnativo, il liceo classico, fatto di verifiche giornaliere, cinque o sei materie di pari importanza spinte ai limiti della sopportazione, cambiamento di argomenti nell'arco di pochi minuti. Non avrei mai più incontrato sfide così impegnative e di certo adesso non sto "giocando a palline". Per "sopravvivere" era necessario lo studio, ma soprattutto - per quelli come me- lo sviluppo dell'arte di arrangarsi. Se, da ragazzo, non ero convinto della scelta (obbligata), adesso ingrazio i miei genitori di avermi mandato là, li ringrazio per avermi dato la possibilità di essere quasi sempre più preparato, più veloce e più efficiente della maggior parte dei compagni, dei colleghi, e delle situazioni in cui mi sarei trovato da li in avanti. L'educazione economico-industriale cui oggi si mira, seguendo i modelli anglo-sassoni, e la formazione dei dirigenti del futuro, non pssono prescindere da questo tipo di palestra mentale. Insomma, se non hai fatto il classico, si vede, eccome. Il latino ed il greco adesso non sono più lingue, sono una forma mentis che, vi assicuro, non abbandona mai chi si è sfiancato per assorbirle, ecco perche la loro cancellazione dai programmi scolastici o ancor peggio il loro declassamento, sarebbero un tragico errore.


JS

Tuesday, December 09, 2008

La nouvelle décadence, St.Moritz


Weekend inaugurale della stagione invernale a St.Moritz. Per Sant'Ambrogio riprende il circo delle nevi, che apre adesso e chiude in Aprile inoltrato. Qualche nota: il divieto di fumo, in vigore nei grigioni da ormai sei mesi, non ha scoraggiato il buon vecchio Mario, nel cui bar all'interno del Palace si fuma a più non posso, senza aspiratori, lasciando al suddetto punto di ritrovo la palma di locale più fumoso d'Europa. Soluzione diversa al King's, dove Nobu si è tramutato in smoking area. E' proprio ver che la crisi non guarda in faccia nessuno. A dire il vero, invece, c'è qualcuno che evidentemente la crisi non l'ha proprio sentita: il principe arabo (l'ottava fortuna del mondo, si dice) che presidiava il Palace in questi giorni. Entourage di 100 persone, cene allestite alle 3 di notte, Gipsy King ingaggiati per suonare sul lago ghiacciato a -20 gradi, zone intere della main lobby lor dedicate, con schermi che trasmettono non-stop CNN e TV Arabe, giornali internazionali ed arabi. Ma il massimo è questo, mio cugino: "Non è possibile, non c'è più religione, i camerieri mi hanno detto di parlare piano per non disturbare i nani che intrattengono il principe". Si, verso le due di notte è sceso l'entourage nella hall, compost da portavoce, assistenti, tre tavoli di donne (mica male) e...un tavolodi nani (della stessa etnia del principe) che giocavano a carte. Sembrav di essere tornati nel medioevo, ma forse sta proprio lì il punto, questi arabi, forse, dal medioevo non sono mai usciti definitivamente. Adesso ditemi se questa non è decadenza, proprio nel cuore di quel paesino che da oltre un secolo è la roccaforte dell'aristocrazia industriale della vecchia Europa.


JS