Monday, March 30, 2009

La leadership: integrità ed autenticità


Proseguendo sul tema editoriale del successo, è utile definire anche un altro elemento ad esso spesso legato: la leadership, ovvero la capacità di condurre.

Occorre innanzi tutto precisare che non saranno presi in considerazione tutti quei casi in cui la leadership è di origine "costrittiva" o "necessaria", perché c'è parecchia diferenza, appunto tra chi si trova "in charge", al comando, e chi invece è leader, ovvero chi effettivamente "conduce" qualcosa per merito personale. In estrema sintesi, c'è il comando contrapposto alla conduzione, così come è fortemente contrapposto il ruolo del capo a quello del condottiero. In molti casi poi i ruoli coincidono, e allora la situazione sarà decisamente forte: non è sufficiente essere generali per avere il rispetto dell'esercito e non basta essere padri per godere della stima dei figli, ma talvolta la combinazione è possibile.

Ancora una volta, i valori della leadership, non sono legati alla sfera individuale (come sospetto molti di voi credano) ma rappresentano un valore sociale e collettivo, perché il potere trae forza dal consenso, non dall'autoritarismo, sebbene quest'ultimo talvolta sia imprescindibilmente uno strumento necessario.
Cerchiamo di capire meglio quali sono le qualità che alimentano la leadership: i grandi leader hanno qualcosa che, quando la vedi, sai riconoscere, ma è difficile descriverlo con precisione. Di certo la leadership non ha a che fare con il carisma (anche se ne è influenzato) o con lo stile. E' qualcosa che ha a che fare con l'autenticità e soprattutto con l'integrità. E' qualcosa che ha a che fare con l'assumersi rischi personali per il bene collettivo, qualcosa che permetta agli altri di sentirsi parte di qualcosa di più grande, che esso sia una compagnia, un movimento o una famiglia. La leadership è l'abilità di sviluppare un'architettura sociale che permetta agli altri di essere compresa e seguita, un modello nel quale gli altri possano credere.


JS

Wednesday, March 25, 2009

Business Perspective | The ageing challenge, by Fabio Frisa

Vi siete mai chiesti cosa succederà alle abitudini dei consumatori nel prossimi anni?
Semplice! Invecchieranno.
Il Baby Boom degli anni 50’ si sta per ripercuotere sulla società stravolgendo gli equilibri demografici.
Gli over 65 rappresenteranno nel 2050 ben 1/3 dell’intera popolazione.
Questo significa che tutte le imprese nei rispettivi settori Industriali di riferimento dovranno prepararsi a cogliere questa “opportunità inevitabile” (il processo di invecchiamento a differenza di altri trend come il tanto “di moda” cambiamento climatico è assolutamente inarrestabile).
Parlo di opportunità perché ripensare ai modelli di offerta (prodotti e soprattutto servizi) in anticipo permetterà di cogliere una grosso fetta di domanda, peraltro molto ricca (non dimentichiamoci che il reddito di queste fasce di età è sicuramente tra i piu’ elevati).



Un esempio su tutti sono i cambiamenti che interesseranno il settore Automotive:
I produttori di automobili dovranno adattare I propri prodotti a guidatori anziani rispondendo a diversi bisogni spesso collegati a problemi di salute.
Guidatori anziani hanno bisogno di macchine di facile accessibilità facili da usare e da parcheggiare.
Alcune case hanno già iniziato a pensare avanti proponendo soluzioni anche semplici come angoli di sterzo agevolati, specchietti con angoli di visuale allargati e cruscotti larghi e chiari.
Toyota ha addirittura assunto il creatore del famoso Nintendo Brain Age video game con il compito di pensare a nuove soluzioni per aumentare la sicurezza ed il confort nei veicoli.

Fabio Frisa

The joke of the day: the hedge managers paybill


"Despite crisis, 25 top hedge chiefs earn $11.6 billion in pay. The US government hopes they will step in and buy troubled assets."


Ebbene sì, questa è la barzelletta del giorno, la cui comicità non sta tanto nelle paghe (ognuno si remunera un po' come vuole, specialmente nei fondi hedge, sono fatti suoi), quanto nella speranza che questi "signori" decidano di impiegare i loro soldini per comprare asset "tossici". Al massimo compreranno roba largamente sottovalutata, e di sicuro non lo faranno per aiutare qualcuno diverso da loro stessi. Tutto ciò, sia ben inteso, non mi turba minimamente. Farei lo stesso al posto loro.


JS

Thursday, March 19, 2009

Il Successo come fatto sociale.


Ieri sera, a cena, ci chiedevamo come si misurasse il successo di una persona. Ci chiedevamo se dovesse, in qualche modo, essere rapportato alle qualità dell'individuo, se fosse direttamente proporzionale al guadagno o alla fama o se invece il metro più preciso fosse quello che riconduce alla felicità stessa dell'individuo, alla realizzazione dei propri sogni d'infanzia. Probabilmente la risposta sta nel mix di tutti questi elementi, ma io ho maturato una personale convinzione: il successo si determina in base al benessere che ciascuno riesce a creare per sé stesso e per chi chi gli sta attorno attorno. Un grande imprenditore dà lavoro e paga a centinaia di persone, crea ricchezza, trascina l'economia del suo paese; un bravo artista diffonde il bello, fa riflettere, muove sentimenti; un medico salva le vite delle persone; un politico lungimirante garantisce stabilità e prosperità ai suoi concittadini. Una persona che si è realizzata, poi, tenderà ad essere più gioiosa e rassicurante, sarà un riferimento ed un appiglio per i suoi amici in difficoltà, tramanderà solide eredità ai suoi discendenti: eredità economiche ed eredità culturali. Il successo si determina in vita ma se è travolgente lascia traccia di sé nelle generazioni a venire. Il successo non è un fatto personale, è un fatto sociale: se non è condiviso, come un buon film, ha poco da dire. Con la sua aura deve riflettere luce, deve portare benessere, sorriso, speranza ed essere così solido da rappresentare un riferimento per chi vorrà ereditarlo. Per questo la leadership, il carisma ma soprattutto la pietas sono qualità fondamentali, applicati a qualsiasi scala di grandezza. Per questo la memoria di taluni si esaurisce quando laciano questo mondo e quella di altri, invece, riecheggia nell'eternità.

JS

Thursday, March 12, 2009

Fallen Angels



Quest'anno ho passato molto tempo in montanga, quasi ad alleviare il mio turbolento stato d'animo riguardo la crisi economica. Dalla finestra di casa si gode di una meravigliosa vista sulle montagne dell'Engadina, sull'Hotel Kulm e sulle due maestose case di rimpetto. Nei momenti di lettura aprés-ski, poi, ci lascia cullare dai robusti rombi delle turbine dei jet privati che atterrano nel vicino aeroporto di Samedan, che serve i visitatori di St.Moritz. Dico cullare, e sembrerà strano, ma la visione di quelle linee affilate, il cui splendore argenteo si infila tra le montagne, non è per niente fastidioso: è prorpio un'immagine celestiale, di potenza, di tecnica e di libertà. Niente a che vedere con il fastidioso viavai di elicotteri che strombazzano in Costa Smeralda.


Nel mese di Febbraio (che è stato particolarmente busy per il traffico aereo) però due angeli sono caduti, traditi dalla troppa neve e dal troppo ghiaccio. Due le vittime.


Spero proprio che non sia un segnale nefasto, come di certo gli aruspici lo avrebbero interpretato.




JS

Wednesday, March 11, 2009

Business of Green | CO2 City Break by Andrea Maggiani


CO2 CITY BREAK - The offer includes breakfast buffet and a carbon credit to offset carbon emissions – Welcome to Fox Hotel…

Vi domanderete cosa significa,e bbene questa è l’offerta apparsa sulla web page di un albergo di Copenhagen.
Qualche giorno fa all’interno di una rubrica di viaggi di Gambero Rosso Channel è apparso il Fox Hotel (
http://www.hotelfox.dk/) , un piccolo albergo molto stravagante di Copenhagen.
Questo albergo fa parte di una piccola catena di alberghi danese (
http://www.brochner-hotels.dkche/) che offre soggiorni ClimaNeutral.
Il procedimento metodologico che porta al calcolo delle emissioni per singola unità di servizio non è stato specificato, ma credo che comunque non sia questo il punto importante .
Ciò che va sottolineato è la bellissima iniziativa in linea con la mentalità dei popoli del Nord Europa, molto sensibili alle tematiche ambientali. Infatti un’offerta dove per 89 euro ti danno una stanza doppia, la prima colazione e la compensazione è proprio una cosa che deve farci riflettere.
Andando ad analizzare i punti dell’offerta c'è il PREZZO-COLAZIONE- CO2. In un paese poco sensibile come il nostro la gente, probabilmente, leggendo un offerta del genere, chiamerebbe preoccupata l’albergo segnalando un errore di scrittura sul sito, in Danimarca questo viene usato come leva su cui basare un vantaggio competitivo legato all' unicità del servizio offerto.
Agli effetti pratici è difficile quantificare l’effettivo successo dell’iniziativa: quanti Danesi saranno disposti a pagare anche solo un euro a notte per dormire ClimaNeutral?

Non so voi cosa ne pensiate, e se un week end a soggiorno compensato sia in linea con i vostri principi di viaggiatore; certamente la compensazione delle emissioni non è la soluzione, ma credo possa essere uno strumento utile ed efficace per sensibilizzare ed avvicinare la società ad una tematica così importante. Comunque se vi dovesse capitare di passare da quelle parti dormite al FOX.


Andrea Maggiani

Tuesday, March 10, 2009

Introducing Business Prespective




Dopo un lungo corteggiamento, Life is a Show si è assicurato (in esclusiva) il contributo di Fabio Frisa, brillante "young gun" di una nota multinazionale della consulenza strategica, in cui ricopre il ruolo di Business Consultant. La sua rubrica si chiamerà "Business Perspective" e, come già si intuisce, si occuperà di fornire quelle prospettive, dettate da istinto ed esperienza, di cui abbiamo urgente bisogno in questi tempi difficili. Il primo contributo è online di seguito. Buona lettura.




JS

Business Perspective | L'Occasione che non ti aspetti, by Fabio Frisa

Il concetto di “irreversibilità” è da sempre uno dei cardini caratterizzanti i principali mercati finanziari ed industriali.
Quante volte abbiamo visto imprese (anche di vertice) che non hanno saputo cogliere, anticipare e cavalcare certi tipi di scosse o cambiamenti del mercato, trovarsi all’improvviso relegate in situazioni competitive critiche?
In molti di questi casi fallire o essere acquisiti è stata l’unica scelta possibile per il management, mentre nei casi più fortunati l’attività è proseguita, ma nettamente ridimensionata a fronte di una rifocalizzazione su mercati locali o target di nicchia.
Per quest’ultime, l’attuale contesto economico potrebbe paradossalmente essere un’ottima notizia.
La crisi sta provocando sconvolgimenti in grado di rimescolare le carte e invertire le posizioni di forza scardinando le irreversibilità che fino a poco tempo fa erano ancora solidi presupposti del sistema economico.
E’ dunque il momento per le imprese, sopravvissute in passato a scossoni che sembravano averle messe fuori gioco, di fare leva sulla focalizzazione sul core business che le contraddistingue per scalare posizioni di mercato ai danni di Big Player, oggi “distratti” dalle grandi manovre necessarie a coprire perdite enormemente amplificate dall’esposizione globale e (molto spesso) da un Business Mix virato su strumenti finanziari a scapito del core business.

L’imperativo è quindi, per chi se lo può permettere, cogliere l’opportunità e saper leggere tra i risvolti di una “Crisi” che non porterà danni indiscriminati.

Friday, March 06, 2009

Against the crisis: Printemps Paris




Si è detto più volte in queste pagine che l'unica ricetta anti-crisi valida per chiunque è quella di sfruttare il momento per ristrutturare da un lato, e continuare ad investire dall'altro: efficienza alla base, spinta verso nuovi traguardi come orizzonte. L'obiettivo numero uno è sopravvivere; l'obiettivo numero due è essere tra i più competitivi quando comincerà la ripresa.


I grandi magazzini Printemps di Parigi (che hanno avvato un processo di radicale modifica nel 2007, quando l'italiano De Cesare è salito in sella) stanno lavorando sodo per portare a termine i lavori di rinnovamento e restyling del loro grande store di Boulevard Haussmann, che dovrebbero finire nel 2010, ad un costo approssimativo di 100 milioni di dollari. Probabilmente l'intera operazione era stata concepita in tempi non sospetti e qualcuno nel Gruppo Borletti (proprietario dei magazzini) avrà dormito sonni poco tranquilli quando si è trovato sulle spalle un onere del genere, nel bel mezzo di questa bufera finanziaria, ma non tutto il male viene per nuocere. Se l'operazione è stata pianificata bene, se è stata realista e misurata dal punto di vista finanziario, allora l'azienda non postrà che goderne, perché quando tornerà la luce sui mercati (e su quello della moda-lusso forse non si spegnerà mai), Printemps sarà la novità, sarà fresco, bello ed avrà due anni di vantaggio sugli altri.




JS