Saturday, November 28, 2009

Dubai: a tale of broken dreams

Panorama di Portofino


Panorama di Dubai

Quando perdo tempo nel cercare nuovi posti per possibili investimenti immobiliari, mio papà mi dice spesso: "Ci sarà pur un motivo se certi posti famosi si trovano proprio lì dove sono". Ovvero, Portofino, Sankt Moritz, Capri eccetera, sono così famosi, così cari, così esclusivi perchè si trovano effettivamente in località meravigliosamente belle. E' proprio questo il motivo per cui i valori immobiliari di Porto Cervo sono superiori a quelli di Golfo Aranci, così come è questa la differenza tra Sankt Moritz e Bever, Portofino e Santa Margherita, Saint Tropez e Juan-les-Pins. Se questi famosi luoghi di villeggiatura sono stati edificati e frequentati per secoli dal "bel mondo" - da chi poteva spendere di più - è perchè erano i posti più belli dal punto di vista naturalistico. Se devo insediarmi in una zona montuosa, perchè non scegliere quella con le montagne ed i laghi più belli? Se devo passare le vacanze al mare, perchè non scegliere il posto con l'acqua, le rocce ed i tramonti più belli? In fatto di vacanze, quindi, la natura viene prima di tutto. I servizi, poi, anch'essi necesari, vengono dopo. Il valore dell'investimento immobiliare, quindi, è tanto più sicuro quanto più la località è ancorata valori intrinseci reali e protetti da governi assennati. Il paradiso terrestre africano, per esempio, oltre che essere rischioso dal punto di vista sanitario, difficilmente offrirà le garanzie necessarie per un investimento a lungo termine. Queste garanzie, oltre che naturalistiche, devono essere di ordine politico-economico, ovvero lo Stato in questione dovrà dimostrarsi propenso alla stabilità anche in fatto di legislazione e condotta interna. Sicurezze che distinguono un investimento sicuro da un investimento-kamikaze. E' ovvio, uno chalet a Suvretta è molto meno economico della sua controparte rumena o lappone, ma la sicurezza di rivalutazione perenne dell'investimento è altresi molto diversa. La formula aurea, quindi, è natura più contesto politico-economico.


Acqua sarda


Acqua di Dubai Marina

Tutta questa premessa per arrivare al triste punto di oggi: il presunto crack di Dubai World, la holding che controlla tutti gli investimenti, nazionali ed esteri, dell'emirato, compreso Nakheel, la società di costruzione responsabile dei progetti Palm, The World, e numerosi altri. I mercati finanziari del mondo, da due giorni a questa parte sono stati scossi dalla notizia che Dubai World ha posticipato la restituzione degli enormi debiti cui ha dovuto far fronte per rendere possibile lo scempio culturale, naturalistico e finanziario che è sotto gli occhi del mondo. Facciamo un passo indietro. Perchè Dubai ha voluto costruire questa enorme cattedrale nel deserto? Semplice, perchè credevano di assorbire così il loro futuro senza petrolio, risorsa di cui Dubai, tra l'altro, non è nemmeno così ricca. Il piano era, e resta fino a prova contraria, quello di costruire da zero un parco giochi per milionari e star in pensione, fatto di ville, golf, yacht, porti ed alberghi dal lusso senza precedenti. Il tutto in mezzo al niente. Da una parte un mare piuttosto brutto - le spiagge sono state ricreate artificialmente perchè in origine c'erano sassi e melma - dall'altra il deserto. Quello vero, quello caldo, quello che si estende a perdita d'occhio. A confronto Las Vegas sembra Lerici. La promessa di un mondo fatato in cui tutto è possibile ha stimolato fin da subito l'immaginazione esotica di calciatori e medici chirurghi ed attratto parecchi investitori. I prezzi erano tutto sommato contenuti e c'era una soluzione per tutte le tasche. Palm Jumeirah si è venduta bene e piuttosto in fretta, cosi come le proprietà di Dubai Marina, l'esclusiva zona del porto. Per tre-quattro anni tutti volevano provare Dubai, assaggiare di cosa era fatto, qualcuno ha comprato, qualcun'altro si è goduto una settimana al Burj-al-Arab, l'albergo più lussuoso del mondo. Una torre che sbuca dal nulla, tra melma e acqua sporca. Sull'onda dell'entusiasmo iniziale molti altri, ambiziosissimi, progetti sono partiti: altre Palm, The World, il Parco Preistorico e centinaia di condomini. Il risultato, come è evidente, è stato disastroso. Complice la recessione mondiale, l'enorme offerta non è stata più supportata da solidi dati di vendita ed avere proprietà invendute significa non soltanto deprezzare le medesime, ma anche svalutare tutto il comparto immobiliare. Ecco, in parole povere, come sono finiti i soldi a Dubai.
Adesso dovrebbe essere più chiaro il motivo della lunga premessa sui luoghi del turismo storico. A Dubai c'è una bella natura? No. A Dubai c'è un clima socio-politico-economico simile all'occidente? No. Ecco perchè il livello di rischio di un'investimento del genere è altissimo. Certo, con operazioni simili, l'operatore esperto può realizzare enormi profitti comprando e vendendo al momento giusto, ma questo non può essere il modus operandi del padre di famiglia che cerca un investimento sicuro, in un posto in cui può godere della natura e dei servizi con la sua famiglia e che vuole vedere il suo investimento rivalutarsi - magari poco alla volta - costantemente di decennio in decennio. Non solo, quindi, a Dubai il paesaggio è orrido, ma si è fatto di peggio: si è cercato di andare contro natura, creando isole, monti, canali e spiagge. Un'aberrazione dietro l'altra.

Le domande che dovete porvi quando comprate un immobile in un posto, in città ma in particolar modo in luoghi di vacanza, è: sara ancora così tra dieci anni? rovineranno il paesaggio con costruzioni oscene? quali assicurazioni ho che il governo non disponga leggi o normative che possano alterare gli equilibiri immobiliari o le abitudini di chi frequent assiduamente questo posto? Ma soprattutto dovete chiedervi: assomiglia o ha le potenzialità per diventare la nuova Portofino o Sankt Moritz? Se non siete bravi a darvi queste risposte allora andate sul sicuro e optate per qualcosa che conoscevano anche i vostri nonni.

JS