Monday, December 14, 2009

Cosa ci stiamo perdendo, parte 3: il cinema


Proprio quando stavo per comporre la classifica dei cinema più belli d'Italia - sicuro di quale sarebbe stato il numero uno - ho appreso della tragica chiusura del Cinema President di Milano, che dal Luglio scorso ha cessato la programmazione.

Il commercio globale, massificato, plastificato, sta mietendo una nuova vittima: il cinema monosala nel centro città. E' vero, alcuni ormai sono vetusti, decadenti, con audio pessimo e poltrone scomode, ma è altresì vero che tra questi si nascondevano perle di rara bellezza, come il President di Largo Augusto. Il cinema più bello che abbia mai visto. La passione autentica dietro al President portava a selezionare soltanto pellicole di prim'ordine, non quei boriosi e noiosi film d'essai, ma quei "capolavori commerciali2 che sanno strizzare l'occhio al blockbuster nonostante la ferma autorialità. Lì ho seguito Woody Allen, accompagnato l'evoluzione di Sofia Coppola e goduto dell'alterità di Jim Jarmush. L'esperienza comincia all'ingresso, dove - dopo avere disceso una larga scala di valluto - la bigliettaia ti offriva una fotocopia con una mini press-release del film, con trama e critiche ricevute. Non un volantino pubblicitario, ma la loro testimonianza di ricerca e di interesse nei cofronti di ciò che ti stavano vendendo. L'estasi, poi, arrivava una volta giunti nella hall: design di chiara ispirazione mid-60's, linee piacevolmente curve, velluti, stampe optical, colori del sottobosco, attenzione al dettaglio, amore per il bello. Una hall che sembrava il salotto di casa. Bagni che avrebbero dovuto essere menzionati spesso nelle riviste di design e di decorazione di interni, da tanto erano belli, con i loro specchi tondi ed i loro mosaici blu. Niente folla, niente schiamazzi, niento code, niente pop-corn a terra, perchè anche le frequentazione del President erano di un certo livello culturale. Per lo più signori e signore ben vestite, ragazzi per bene, persone composte, silenziose, dall'aspetto gradevole. La sala era ampia, ma non grandissima, anche se con un ottimo impianto sonoro. Le poltrone di velluto, con ogni probabilità, più comode del vostro divano di casa.

Un capolavoro di design, di misura, di intimità, di educazione, di amore per il cinema, che prima di salutare i suoi ospiti ,portava all'attenzione una frase impressa sull'architrave dell'uscita: "Un grande film comincia quando si esce dalla sala".


JS