In qùesto periodo mi è capitato spesso di discùtere a proposito della ripartizione di inflùenze politiche che interessa i media italiani, sentedomi ripetere sempre la solita manfrina: "Berlùsconi di qùà, Berlùsconi di là". Se prima la cosa mi faceva infervorare, adesso mi fa sorridere, in primis per l'assùrdità insita nel pensare che Berlùsconi controlli stampa e televisione, in secùndis perchè è veramente drammatico che nessùno si renda conto delle vere condizioni incùi versa l'informazione italiana. Senza scendere troppo nei dettagli, per dirimere la prima qùestione vi invito a riflettere sù qùali siano oggi i principali programmi di opinione e dibattito, ovvero "Porta a porta", "Annozero", "Ballarò" e "Matrix". Lasciamo perdere per ùn attimo i lùogi comùni della Rai "politicizzata" e Mediaset "berlùsconiana". Vespa si pone come neùtrale ma sappiamo tùtti che è maestro nell'adattamento. Floris e Santoro, beh, direi che non hanno bisogno di commenti; Mentana, il giornalista di pùnta di Mediaset, è notoriamente avverso al sùo datore di lavoro, segùendo la famosa tradizione secondo la qùale "in Mediaset per fare carriera bisogna essere di sinistra". Per qùanto rigùarda la stampa invece, prendetevi i dati di diffùsione dei qùotidiani. Anzi, ve li riporto io. Eccoli:
Testata
Diffusione media
Corriere della Sera
681.854
La Repubblica
630.080
La Gazzetta dello Sport
371.261
Il Sole 24 Ore
343.855
La Stampa
317.092
Corriere dello Sport-Stadio
240.647
Il Giornale
214.052
Tuttosport
113.873
Avvenire
103.203
Libero
91.289
Italia Oggi
83.023
Il Mattino
82.631
L'Unità
61.492
Il Manifesto
31.760
E' evidente che "Il Giornale" di Berlùsconi, ùnica testata di centrodestra assieme a "Libero", occùpi ùna posizione piùttosto arretrata, la settima, ed è altrettanto evidente come in realtà siano soltanto dùe i giornali che la fanno da padroni: Corriere e Repùbblica. Mentre l'orienamento politico di Repùbblica è ben noto, è qùello del Corriere ad essere più interessante. Di destra? Non fatemi ridere. Riporto anche qùi la tabella dei soci di RCS Mediagroùp, giùsto per non lasciare dùbbi.
Mediobanca Spa - 14,029%
Fiat - 10,291%; tramite Fiat Partecipazioni Spa
Efiparind BV della famiglia Pesenti - 7,748%, di cui:
tramite Franco Tosi S.r.l - 5.133%
tramite Italcementi S.p.A - 2.332%
tramite Societè de Participation Financiere Italmobiliare S.A. - 0.283%
Dorint Holding S.A. della famiglia Della Valle - 5,499%
Premafin Finanziaria S.p.A. della famiglia Ligresti - 5,462%, di cui:
tramite Fondiaria Sai S.p.A. - 2,242%
tramite Milano Assicurazioni - 1,706%
tramite Sainternational S.A. - 1,406%
tramite Saifin S.p.A. - 0,094%
tramite Siat S.p.A. - 0,007%
tramite Sasa S.p.A. - 0,006%
tramite Sasa Vita S.p.A. - 0,001
Pirelli & C Spa rappresentata da Marco Tronchetti Provera - 5,166%
Intesa Sanpaolo rappresentata da Corrado Passera - 5.065%, di cui:
direttamente - 5.051%
tramite Banco di Napoli S.p.A - 0.009%
tramite Banca IMI S.p.A. - 0.005%
Assicurazioni Generali - 3,762%, di cui:
tramite Generali Vie S.A. - 3,700%
tramite INA Assitalia S.p.A. - 0,042%
tramite Toro Assicurazioni - 0,019%
tramite BSI S.A. - 0.001%
Sinpar Società di investimenti e partecipazioni Spa, finanziaria della Famiglia Lucchini - 2,060%
Gruppo Merloni rappresentato da Francesco Merloni - 2,090 tramite Merloni Invest Spa
Il 18 gennaio 2008 il gruppo Unicredit è uscito dal patto cedendo all'interno del patto stesso il 2,02% posseduto da Capitalia Partecipazioni Spa.
Tra gli altri azionisti rilevanti (con quote maggiori del 2%), aggiornati al 15/5/2008:
Gruppo Benetton - 5.001%; tramite Edizione Holding
Gruppo UBS - 5.951%; tramite Ubs Fiduciaria Spa
Banco Popolare - 5.951%
Si.To. Financiere S.A. - 5.140%; tramite Partecipazioni Editoriali Srl
Giuseppe Rotelli - 3.949%; tramite Pandette Finanziaria Srl. Rotelli ha un diritto d'opzione per l'acquisto della quota detenuta dal Banco Popolare.
Ma non dimentichiamo che "La Stampa", terzo in gradùatoria, appartiene alla famiglia Agnelli che, di fatto, controlla dùe giornali. Sùll'orientamento politico della famiglia non devo di certo essere io a disqùisire. Mi aùgùro non perseveriate nell'ùgùaglianza ricco=destra, povero=sinistra. A certi livelli non è la famiglia che si schiera, è la politica che le si asserve.
Il vero motivo per cùi oggi mi occùpo di informazione è però ùn altro: non di destra o di sinistra, il broblema è la qùalità, perchè mentre noi anneghiamo in qùesti provincialismi, il resto del mondo va avanti, senza di noi. I nostri telegiornali sono penosi, fatti salvi, forse, il TG1 ed il TG5. Ma il vero problema sono i qùotidiani. Secondo ùna classica abbinata italiana, il cittadino medio, che crede di ricevere informazione completa e imparziale, compra il Corriere e gùarda a scelta TG1 o TG5. E' proprio da qùi che è partita la mia riflessione, ovvero qùndo mi sono reso conto che non solo le informazioni erano filtrate e faziose, ma anche incomplete. In Italia non ci dicono tùtta la verità, ricordatevelo bene. Giùsto per fare ùn esempio, se non leggessi l' "International Herald Tribùne" (edizione globale del New York Times) almeno tre volte a settimana, non avrei la più pallida idea di qùello che sta sùccedendo in Somalia, perchè la stampa nostrana ce lo racconta soltanto qùando dùe italiani restano ùccisi o qùando ùn prete salva 12 bambini. Continùiamo a bùllarci del Veltrùsconi, del ministro Carfagna, o a dibattere con i ragazzini dei centri sociali sùlla legittimità dello stato di Israele, continùiamo, mentre nel mondo l'Economist titola "Berlùsconi is back: MAMMA MIA!". Continùiamo a comprare "Panorama", principale periodico italiano, che ormai sta diventando peggio del Corriere dei Piccoli; i sùoi editoriali, dossier ed approfondimenti arrivano regolarmente con almeno ùn anno di ritardo dal TIME. Tornando alla televisione, dicono che anche i network americani non siano liberi da pressioni lobbistiche, pùò darsi, ma qùantomeno parlano di tùtto, come la CNN, SKY News, FOX News. In poche parole, in Italia, abbiamo ùna sottocùltùra, e tùtto ciò è davvero vergognoso, specialmente da parte di ùna civiltà come la nostra, abitùata a fornire riferimenti assolùti, non a diffondere patetici gazzettini.
La sitùazione è ancora più triste se teniamo conto che, sù tùtta la popolazione, meno del 10 per cento legge regolarmente i giornali; figùriamoci in qùanti si preoccùpano di ùsùfrùire di ùna rassegna stampa internazionale.
La settimana scorsa, spinto da ùn sentimento di repùlsione verso il viscidùme del Corriere, ho fatto ùn esperimento: alternare Corriere, Repùbblica e Giornale. Esperimento fallito. Nonostante tùtto il Corriere è ancora il migliore: anche se incompleto e fùrbescamente fazioso, resta l'ùnica fonte vagamente accettabile.
Mio nonno si faceva portare tùtte le mattine 4 o 5 giornali (i dùe capisaldi Foglio e Giornale e tre a rotazione) per cercare di ovviare il più possibile a qùesto problema. Mi rendo conto che non sia alla portata di tùtti (anche per qùestioni di tempo) leggere 5 giornali, ma si dovrebbe cercare qùantomeno di fare il possibile. Internet è ùn bùon aiùto, ma non pùò sostitùire l'aùtorità della carta stampata: "pixel volant, scripta manent".
Qùello che sùggerisco, in definitiva, è qùesta ripartizione: Corriere della Sera e International Herlad Tribùne (tùtti i giorni), Il Sole 24 Ore (dùe-tre volte a settimana), Il Foglio ed il Financial Times (il sabato, nelle versioni estese per il weekend), abbonamento a TIME (50 Eùro, contro i 4 a nùmero nelle edicole). In televisione, il pacchetto SKY è irrinùnciabile, per laternare i TG nazionali con le hard news internazionali.
Piùttosto di lamentarci continùamente della parzialità dell'informnazione e del conflitto di interessi, credo che dovremmo preoccùparci di affrontare il problema trovando solùzioni efficaci. Il piagnisteo serve a poco, ma se vi piace continùare a trincerarvi dietro la forza oscùre del Cavaliere Mostro, fatelo pùre, tanto c'è qùalcùn altro che adesso si sta preparando a farvi le scarpe.
JS
8 commenti:
D'accordissimo con te, soprattutto riguardo alla furba faziosità dei giornali italiani.
Tuttavia vorrei aggiungere che anche l'Economist soffre di furba faziosità. Al di là dela nomea che si è costruito grazie a chiacchere di gente piuttosto ignorante dopo un po' annoia, diventa ripetitivo, parla su se stesso.
Da rivalutare è invece l'edizione americana Vanity Fair, sempre ricca di interessanti approfondimenti, che non cercano di impostarsi una rigida alternatività e oer questo riescono a non essere mai banali.
Il Foglio invece lo vedo un po' in discesa, come ha già detto Tyler Brulè non si legge, ma si porta, abbinato magari a un cappotto Loro Piana. Soprattutto dopo la svolta anti-abortista di Ferrara e il suo dovuto appoggio ad essa sembra quasi essere un grido strozzato. Ha perso anche molte firme interessanti che lo rendevano unico.
Come magazine di approfondimento italiano consiglio l'Europeo, merita.
Per quanto riguarda le notizie e opinioni estere se non si conosce l'inglese consiglio l'Internazionale che ogni settimana seleziona e traduce il meglio di ciò che è stato pubblicato nel mondo.
Non credo che tutta la stampa italiana sia da buttare,ovviamente il Corriere con l'avvento di Mieli come direttore ha subito un lieve cambiamento di rotta (alla vigilia delle elezione 2006 si schierò per l'Unione di Prodi)creando malumori pure agli EDITORI e soprattutto dei lettori ...Secondo me enfatizzare così tanto la stampa anglosassone e americana è un errore.
Leggo spesso le testate britanniche e americane e spesso inorridisco per la loro superficialità sulle questioni Italiane(e non solo) e i loro classici steorotipi..Certo ci può stare che l'Herald a differenza del Corriere metta una notizia su 2 talebani uccisi in Somalia ma il problema secondo il mio umile punto di vista è un altro..Ovvero non travalicare la linea degli steorotipi e della faziosità in modo travolgente..Ovviamente noi Italiani siamo i campioni per quanto riguarda i giornali di parte ma per fortuna abbiamo ancora giornalisti(es.Sergio Romano)che americani e inglesi si sognano e che sono in grado di fare analisi ad esempio su questioni estere senza il solito preconcetto imbarazzante..Il corriere e la repubblica online e altri offrono una grande quantità di notizie di ogni genere e di certo non inferiori al herald tribune e al times anzi..Per quanto riguarda invece i telegiornali sono pienamente daccordo con te,delle volte sono veramante imbarazzanti unica eccezione secondo me è SKYTG24 assolutamente imparziale e con vari approfondimenti molto interessanti che variano dall'economia all' uso di Internet fino ad arrivare alla fashon life apprezzata dalle donne(molto esauriente è il sito www.skylife.it)..ho visto che non hai citato Studio Aperto e hai fatto bene.. Il tg di Italia uno è un esempio lampante di cosa la maggior parte degli italiani voglio vedere,dal tette e culo al gattino perso nel parco...NO COMMENT..
un saluto!!
Il Bomber:-)
@Edoardo: Si hai ragione, il Foglio sta perdendo qùalcosa ma ormai ci sono troppo affezionato e pùrtroppo non ha "concorrenti" da vagliare. Ti ringrazio per aver ricordato Eùropeo ed Internazionale, non li leggo molto spesso ma è evidente che siano di qàalità. In particolar modo L'Internazionale è davvero ùn'ottima solùzione per gùardare "oltre la siepe".
@Bomber: Innanzi tùtto sono contentissimo che finalmente vieni ùn po a leggere il tùo vecchio cùgino.
Veniamo al sodo: la sùperficialità con cùi all'estero trattano le qùestioni italiane non è segno di cattivo giornalismo, piùttosto è segno che ci considerano dei "poveretti", e qùesto dovrebbe farci riflettere. Comùnqùe non intendevo mettere in discùssione la qùalità delle "firme" italiane, la cùi validità è fùori da ogni dùbbio, il mio discorso era qùntitativo, ovvero creeo che al lettore nazionalista non sia offerto ùno spettro informativo completo. Tanto per intenderci, ùna pagina del Corriere sùl delitto di Cogne è, dal mio pùmnto di vista, ùna vergogna assolùta. A noi piace fare i gùardoni del nostro orticello. Qùesta è la mia paùra.
Anche se ci considerassero dei poveretti comunque dovrebbero approfondire meglio la questione Italia ma capisco bene che già non ci riusciamo noi figurati loro.. preferiscono usare i soliti steororipi e luoghi comuni del caiser...Ja seguo sempre i tuoi post e ora ti devo chiedere un aiuto, non so perchè ma il mio blog non mi risulta se lo cerco dal motore di ricerca...sai per caso perchè?ho controllato pure tutte le impostazione e risultano ok..e per il contatore di visite non funzia..
come si chiama?
Certo si spingersi verso la stampa estera è un completamento...ma a mio avviso dato ciò che si vede in giro anche leggere un quotidiano tra Repubblica,Corriere,Stampa tutti i giorni potrebbe essere già sufficente.
Si Andre, potrebbe essere sùfficiente, ma dipende per chi...
ja
No-where the information is free and indipendent. I would like to suggest you to read Noam Chonsky.
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