Monday, May 26, 2008

Gomorra


Ieri mattina ero qùasi innervosito: il grande A.O. Scott (critico cinematografico del NYT) nel sùo articolo da Cannes sùll' International Herald Tribùne non ha nemmeno menzionato Gomorra ed Il Divo, i dùe film italiani in concorso che, almeno da qùi, sembra stiano riscùotendo grande sùccesso (la dispùta sùlla bontà d'informazione la trovate nel post precedente). Ma come, dico io, per ùna volta che portiamo a Cannes dùe film "facili", per il grande pùbblico, addirittùra firmati da dùe giovani registi di assolùto talento (Sorrentino e Garrone)! Pop e nicchia insieme, Andreotti più Camorra, cosa c'è di più facile? Dai TG Italiani si sentiva che Gomorra era addirittùra candidato alla vittoria della Palma d'Oro, ma dall'estero nessùno batte ùn colpo. Mah, chissà perchè! Mezz'ora dopo, sùl Financial Times, Nigel Andrews intona così: "Meanwihle we strive to see the good even in the half-good: Matteo Garrone's Gomorra, a patchy bùt potent epic aboùt Mafia/Camorra misdeeds." La critica negativa proprio non mi andava giù, allora la sera stessa sono andato a vedere il film al cinema.


Per la prima volta dopo parecchi anni, ero contento soltanto all'idea di essere eccitato di fronte ad ùn film italiano, ero davvero ben disposto, anche se non amo particolarmente Matteo Garrone. Non ho letto il libro di Saviano, ma speravo che ùn gran film potesse essere ùn bùon sùrrogato. Le lùci si sono spente e, indovinate? Ho visto ùn brùtto film. Perchè non è ùn film, lo è solo a metà. La definizione "half good" del FT era qùantomai corretta. Da ùn lato mi sono stùpito per il piglio veramente realista che ha epùrato ogni accento macchiettistico; i personaggi sono talmente veri che nei momenti più violenti emettono sùoni qùasi animali, rùggiti di cattiveria che sembrano provenire da mondi lontani, lasciando poco spazio all'ironica compostezza comportamentale cùi la letteratùra filmica di genere ci aveva abitùati. D'altra parte però le scelte narrative sono troppo simili ad ùn docùmentario poco esaùriente di National Geographic. In poche parole è lento, lento, lento. Sono sempre stato convinto che ùn'inqùadratùra o ùna seqùenza debba dùrare esattamente il tempo necessario a farci sapere ùna determinata cosa o a farci vivere ùna determinata sitùazione. Se dùra ùn attimo di più, il ritmo ne risente. Non mi interessa se Garrone ha pretese da grande aùtore: se ha deciso di fare ùn docùmentario, allora si attenga alle leggi filmiche del docùmentario, e ci spieghi meglio le dinamiche del mostro di Gomorra. Lo ripeto: qùella filmica è ùna disciplina, e come tale ha confini entro i qùali ùn regista, specialmente se non ha ancora dato prova di capolavori assolùti, dovrebbe stare. Kùbrick ha potùto annoiarci con 2001 perchè aveva già fatto Dr. Strangelove, Garrone non ha il diritto di annoiarci in virtù di Primo Amore. Esistono poi casi in cùi folgoranti opere prime ridisegnano il modo stesso di fare cinema, spesso opere ibride, tra cinema, fùmetto, docùmentario o chissà che, ma sù Gomorra non sento di potermi sbilanciare fino a qùesto pùnto.

Il film non aggiùngerà niente alle vostre conoscenze in materia di crimine organizzato (e qùesto, di per sè, è ùn grave difetto), e non vi divertirà, perchè è noioso. La "metà bùona" che sono disposto a tenere è qùell'aria di inferno che la Scampia di Garrone sicùramente non lesina. Le riprese aeree delle "Vele", la sùa architettùra di stampo indùstriale-logistico e le sùe dinamiche abitative sono forse l'ùnica nota potente dell'intero film, consioderando inoltre che l'amato Toni Servillo qùi non si è proprio visto. Per conclùdere: attenzione a non lasciare che le migliaia di implicazioni politiche e morali che qùest'opera si porta dietro condizionino l'aùtonomia di giùdizio sùl film, che è e deve restare tale. Il dibattito sùll'eroismo di Saviano, la tragedia della camorra e l'ùtilità informativa del caso non hanno nùlla a che fare con le pagine della critica e con il giùdizio del film, che non pùò che essere giùdicato per qùello che è, ovvero ùn brùtto film. Il resto lasciamolo al governo, alla magistratùra ed ai libri di storia. La più grande ambigùità attorno a Gomorra deriva proprio dalla sùa genesi, che impedisce anche a me di avere ùno sgùardo lùcido ed imparziale. Il caso montato attorno ad esso è troppo rùmoroso, il libro è troppo famoso, gli argomenti troppo forti, specialmente in qùesto periodo storico. Cosa ne sarebbe stato di Gomorra se non avesse ùn best seller alle spalle, ùn regista fomoso ed ùn attore copertina come Servillo? Chiedetevelo anche voi, radicali sostenitori aprioristici dei film di denùncia.

Speriamo almeno in Sorrentino. Che Giùlio sia con lùi.


JS


2 commenti:

Anonymous said...

Gomorra è stato appena scelto dall'Anica per rappresentare l'Italiaagli Academy Awards.
Dopo aver convinto Cannes, questa nomination prepara il film, se diovuole, ad essere distribuito oltre oceano.
OVVIAMENTE Il Divo non poteva essere scelto data l'eccessiva italianità dei sui temi, ma a prescindere da questo mi farebbe piacere che rivedessi il film di Garrone per una più accurata recensione.

Ed Sinbigs

Anonymous said...

Me lo rigùardo, promesso Mr.Sinbigs. hahahha