
Mio fratello adesso sta per un po a New York, allora ieri mi ha chiesto cosa intendessimo fare con questo benedetto iPad. Lo prendiamo o no? Istintivamente ho detto sì, prendiamolo, lo usiamo come giocattolino per andare su internet e fare cavolate varie in salotto, a disposizione degli ospiti, o quando non abbiamo voglia di accendere i laptop. Se qualcuno, laggiù a Cupertino, avesse seguito la nostra conversazione sicuramente sarebbe inorridito: credo che non abbiamo assolutamente colto la raison d'etre del nuovo apparecchio Apple, soprattutto perchè è ancora difficile, per i più, mandar giù il concetto stesso di i-book. Già, perchè forse iBook sarebbe stato il nome più giusto per l'iPad, se non fosse già stato usato per la nota serie di laptop. A parte amenità varie, quali internet ed applications, iPad é - e desidera ardentemente essere - un libro elettronico. Pixel in luogo di cellulosa. Ma quale futuro avrà? Saremo tutti, pian piano, travolti dalla tecnologia o resteremo indissolublimente legati a quel mucchio di fogli rilegati che si chiama libro? Un giorno sì e l'altro pure, negli editoriali del NYT si parla del futuro del giornalismo, dell'editoria e del libro rispetto ad internet ed alle apparecchiature da essa derivate.
La questione ormai ruota attorno a due perni fondamentali: la sostenibilità economica dei modelli di business editoriale basati su internet e la fruibilità (accettazione?) da parte del consumatore di tale, profondissimo cambiamento. Da poco i grandi gruppi editoriali stanno sondando il terreno per capire se i lettori online sono disposti a pagare per leggere quei contenuti che fino a ieri potevano consultare gratuitamente, ed i risultati sembrano essere poco incoraggianti soprattutto perchè le notizie ed i commenti si trovano ancora, free of charge. Urge quindi trovare soluzioni di marketing che rendano tali contenuti molto più desiderabili dall'utente medio. Dal fronte del libro invece, sebbene la prospettiva di scaricarne a centinaia sullo stesso supporto possa apparire veloce oltre che alettante, non riesco ad immaginare come si possa rinunciare al profumo, alla consistenza della carta ed al piacere di vedere la propria biblioteca personale lievitare negli anni in memoria della cultura acquisita. Credo che chiunque sia nato con un libro di carta tra le mani troverà insormontabile questo ostacolo, ma è altresì evidente che le nuove generazioni ( i Digitali, quelli venuti dopo i Millennials), nascendo con libri elettronici sotto gli occhi, a casa e a scuola, soprassederanno facilmente.
La furbizia dell'iPad (rispetto al Kindle per esempio) sta proprio nell'aver saputo attrarre gli indecisi con le "caramelline" delle applicazioni collaterali mentre in realtà sta introducendo lentamente il concetto del libro elettronico su vasta scala, creando così il varco decisivo per l'evoluzione e la proliferazione della sua (bieca?) specie. IPad sarà un successo travolgente.
JS