Sunday, September 21, 2008

The Physical Impossibility Of Death In the Mind Of Someone Living


Ieri sera, annaffiata dal lambrusco è scoppiata una simpatica disquisizione nella campagna piacentina: alla faccia della crisi, si parlava di Damien Hirst. Dapprima si rideva, invidiando quelli che possono permettersi di pagare uno squalo in fromaldeide 20 milioni di dollari, poi ci si è fatti più profondi, cercando di riportare in auge l'eterna (e insolubile) riflessione attorno al valore dell'arte stessa. Intrinseco e valutabile? Oppure isterico e passionale? Hirst, pochi giorni or sono, ha organizzato in prima persona, ovvero senza il suo dealer (il leggendario Larry Gagosian, quello capace di tirar fuori dalle stravaganze marmoree di Marc Newson poi di 15 Milioni), una stupefacente asta da Sotheby's. Risultato: 200 milioni in due sessioni. Record assoluto strappato a Pablo Picasso, 20mln. Picasso, non uno qualuque. E lo ha battuto con bestie imbalsamate e teschi ingioiellati. E' qui che nasce la questione: Hirst (ed affini) vale perchè è bello, nel senso che è classicamente, tecnicamente, accademicamente, universalmente bello? Oppure vale perchè vale? Nel senso che è il marketing a sospingerlo? In poche parole, se aveste di fronte una serie di opere senza nome, poniamo una serie di belle tele di un artista fiammingo minore, ed una seconda serie di bizzarre opere contemporanee senza trademark, per quali sareste disposti a spendere di più? Senza Larry Gagosian che vi dice nell'orecchio di comprare il bue dalle corna dorate che tra poco raddoppierà il proprio valore, in molti, probabilmente, sceglierebbero la rassicurante bellezza, (in cui la tecnica da prova di sè) delle tele fiamminghe. O forse no. La nostra amabile disquisizione, con mia grande sorpresa, si è concusa con una tregua, un accordo inatteso, che si riduce all'ammettere la nostra possibile ignoranza, o insensibilità nel cogliere lo spirito del nostro tempo, quello che Hirst sta interpretando e Gagosian ha saputo riconoscere. Così come fecero gli impressionisti, cui però fù riconosciuto soltanto il Salon des refusés, mica le aste milionarie. JS

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