Era da un po' di tempo che non tornavo a Montecarlo; lo scorso weekend ci siamo stati in barca, ospiti di un caro amico. Due notti in rada, la prima a Saint Jean-Cap Ferrat, la seconda a Villefranche. Terza e quarta notte a Port Hercule, il porto di Montecarlo. Sebbene il nostro armatore sia un esterofilo convinto, non ho potuto esimermi dal paragonare quel bellissimo lembo di costa con la sua prosecuzione italiana, quella ligure. Quello che emerge è che i paesini, in sé, sono nettamente meno belli: dal punto di vista del patrimonio artistico-architettonico non ci sono paragoni, Portovenere, Portofino, le Cinque Terre, Lerici e così via, hanno un respiro diverso, uno charme superiore. Il punto, però, è che sono meno curati, secondo l'antica (e purtroppo reale) diceria secondo cui i francesi sano vendersi meglio, anche laddove il materiale a disposizione è proprio modesto.
Monaco, e Montecarlo, però sono un'altra storia: la più grande percezione che ho avuto è che lì tutti siano in vacanza da una vita, che nessuno lavori. Rispetto ad altri posti di vacanza internazionali, come Porto Cervo o St.Moritz, dove risulta chiaro che i villeggianti siano in vacanza "a tempo", tra un CDA ed un'altro, a Montecarlo, guardando la gente negli occhi, si avverte che il giorno dopo non andranno in ufficio. MC è un'isola per godersi eredità e pensioni dorate.
Alcune rilevazioni spicciole:
-Gli alberghi cambiano nome ma non appeal: Le Meridien e Fairmont, in perfetto stile americano, sembrano terminal aeroportuali.
-Supercar a profusione, ma su tutte svettano Rolls-Royce, Bentley e Ferrari.
-Sfatiamo la leggenda secondo la quale la polizia sarebbe molto ferrea nel perseguire gli emuli di Schumacher: la Maserati con cui ci spostavamo (guidata da "professionisti" ndr) ha percorso vivacemente il tracciato di F1, più di una volta, e per di più già allestito per ospitare il prossimo Grand Prix.
-L'Atlantis, storico yacht della famiglia Niarchos, ed il Pacha III, dei Grimaldi, sono due meraviglie, anche se opposte per il messaggio che portano. Il primo è un'autentica manifestazione di potenza (105mt, fu la risposta al Christina di Onassis), il secondo un gioiellino intriso di tradizione, leggerezza, eleganza.
-Al Sass, piano bar che tira molto tardi, il bar è rivestito da bottiglie di vodka con un cartellino sopra: è il nome del cliente e la data di acquisto, così che la sipossa dilazionare a piacimento.
-Per quanto riguarda le "Vodka Wars", la battaglia monegasca è stata vinta (e largamente) da Grey Goose. I francesi, qui, hanno sicuramente dettto legge.
-Il Jimmy'z è un gran bel locale, ben frequentato e divertente. Peccato per il servizio penoso, soprattutto se rapportato a quanto è caro.

Weekend divertente, comunque, e decisamente sopra le righe, ma qui il racconto non può proseguire.
JS