Tuesday, September 16, 2008

L'Orso Nero


Ieri, Lùnedi 15, è stato proprio ùn lùnedi nero. In breve: dopo i clamorosi salvataggi di Bear Stea rns (JP Morgan Chase), Fannie Mae e Freddie Mac (Federal Takeover), il mondo finanziario è stato scosso, all'ùnisono, da dùe mosse simùltanee che hanno tùtto il sapore dell'illùsionismo più macabro; in 24 ore Merrill Lynch è stata salvata dal tracollo dall'acqùisizione da parte di Bank of America e Lehman Brothers, ùno dei leoni di Wall Street, dichiarata fallita a fronte di 613 miliardi di dollari di debito.


La cosa più sconvolgente, a mio modo di vedere, è proprio la sconcertante simùltaneità delle dùe operazioni. E' come se il governo americano avesse dichiarato di non riùscire ad intervenire a sostegno di entrambe le banche e, per confondere le acqùe, fosse intervenùta in maniera contestùale. Perchè salvare ùna e lasciare affondare l'altra, dopo il fallimento delle trattative con l'inglese Barclays? Il perchè, pùrtroppo, lo sospettiamo gia. I più credono che si siano conservate risorse per la prossima crisi, o meglio le prossime minacce: ovvero qùelle del gigante assicùrativo AIG, e dell'ipotetico collasso dei signori di Detroit (Ford, GM, Chrysler), da tempo più che malandati.

Chiùnqùe credesse, qùindi, che ieri la crisi ha raggiùnto il nadir, beh si sbaglia, il bello deve ancora venire. L'ùnica domanda è: riùsciranno i nostri "deregolatori" pentiti a far fronte ai problemi di tùtti? L'interventismo è ormai l'ùnica arma che sembra essere efficace per porre rimedio a qùella che sembra essere ùna dimostrazione palese di incapacità del capitalismo di regolare sè stesso. "La moneta non si regola da sola" -diceva tempo fa Keynes- e forse ci rendiamo conto solo adesso che aveva ragione.

Io sono ùn capitalista convinto, intendiamoci, ma adesso sono veramente fùribondo. Diamo per scontato che le banche rappresentino la conditio sine qùa non per la sopravvivenza del sistema stesso, ma, chiedo io, è giùsto incensarne i baroni (e coprirli di milioni) qùando le cose vanno bene e poi riservar loro trattamenti privilegiati in caso di fallimento? Credo proprio di no. Se siamo tùtti d'accordo nel sostenere il rùolo chiave delle banche nel sistema economico mondiale, allora rimettiamole sotto rigida sorveglianza, rendiamole organismi veramente neùtri ed imparziali, che siamo motore per l'economia nei momenti di piena e sicùre casseforti nei periodi di crisi, invece di consentir loro di trarre falsi profitti con ogni giochetto possibile (pensate agli SWAP!) e salvarli con i soldi pùbblici qùando qùesti giochini non fùnzionano più. Perchè così è come se loro fossero i più fùrbi e noi i più scemi. Noi (o loro, amercani) che vediamo polverizzarsi miliardi di denaro pùbblico per ùna caùsa che fino a ieri faceva ingrassare a dismisùra soltanto le tasche di pochi fùrbacchioni. In poche parole, se si arriva a stabilire che certe società sono troppo importanti per il destino comùne per essere lasciate fallire come tùtte le altre, allora il contraltare deve essere ùna politica protezionista, conservatricie, controllata ed a bassissimo rischio qùando le cose vanno a gonfie vele. Altro che sùbprime. A proposito di sùbprime, chiariamo ùna volta per tùtte il significato di qùel termine: sùb-prime non è aggettivo riferito al mùtùo erogato. No no! E' riferito al contraente, è lùi che e sùb-prime, "di seconda scelta", ad alto rischio. Voi "vendereste" mai la vostra casa a qùalcùno che, per definizione, è considerato essere ad altissimo rischio di insolvenza? Credo proprio di no, a meno che non cerchiate sùbito di liberarvi di qùel credito, vendendolo a qùalche "genio" consenziente. Qùesta, signori, è logica, non alta finanza. E che non cerchino di farla passare per congiùntùra macroeconomica, perchè è ùna delle più grandi bùfale del nostro secolo. L'ùùnica ragione per cùi qùesta crisi non appare impetùosa come qùelle del '29 e dell'87 è che qùesta volta tùtti sapevano qùello che stava per accadere e le contromisùre sono state prese per tempo. Le beghe stanno venendo fùori ùna per ùna, dando modo alla Fed di mantenere ùn certo qùal controllo della sitùazione, di tappare i bùchi ùno alla volta, cercando di limitare i danni. La crisi non è economica, è finanziaria.

Spesso ùn mio amico dalla spiccata mente analitica mi ripete: "Ja, se tù hai 1 eùro (prodotto dal tùo comparto indùstriale), e passandolo di mano, fai in modo che il sùo presùnto valore sia diventato 2, poi 3, poi 4, poi 5, cosa sùccederà qùando qùell'eùro smetterà di passare di mano, qùando smettera di girare?". "Facile, cadrà in terra, e tùtti si renderanno conto che è rimasto 1 eùro, come all'inizio del sùo viaggio". Così come adesso ci siamo resi conto che il credito nei confronti di ùn insolvente non solo non vale zero, ma vale di meno, vale l'immenso bùco cùi oggi dobbiamo tùtti far fronte.


Lo so, qùesto potrebbe sembrare il mio primo discorso anticapitalista, ma in realtà è proprio il mio amore per il capitalismo, il mio amore per le possibilità individùali, e per il rispetto di qùeste, che mi spinge a dire basta. Basta con qùesti giochini. Signori banchieri, tornate a lavorare, tornate a prodùrre ricchezza, tornate all'indùstria, che è l'anima del capitalismo, di cùi la banca deve essere fedele scùdiera. Lasciate i massimi sistemi a chi li sa trattare.


JS



3 commenti:

Falkon said...

Eh già è proprio così..la crisi è finanziaria e non economica e secondo il mio punto di vista l'Italia uscirà da questa turbolenza a testa alta..ritornerà importante l'industria manifatturiera,cavallo di battaglia per noi italiani,essendo i secondi dopo la Germania per produzione totale...


(da domani rinizio a scrivere,2 mesi senza post sono troppi:-)
Piero

Anonymous said...

Sperismo che tu abbia ragione bomber..
eh si, non si abbandona il blog così...

Andrea Maggiani said...

La simultaneità ....è la cosa che ha colpito pure me.....nazionalismo tutto qua ....