Thursday, January 15, 2009

The January movie break: Slumdog Millionaire, The Wrestler, Seven Pounds








Slumdog Millionaire, di Danny Boyle: anche quelli meno riusciti (come The Beach), i film di Danny Boyle mi piacciono sempre, conservano quel "tocco" stralunato trasversale ai generi, che si parli di spiagge, bambini, o vampiri. Questo Slumdog Millionaire (letteralmente "pezzente milionario") riunisce due anime, quella drammatica e quella della commedia sentimentale, senza far gravare troppo l'una sull'altra. In altre parole questo film avrebbe potuto essere una mattonata tremenda se la tristissima infanzia di Jamal fosse stata dipinta con altre tinte, oppure una scontata storiella d'amore, se Boyle si fosse lasciato prendere la mano dalla scontata vicenda sentimentale. Invece Slumdog Millionaire è una prova esemplare di cinema moderno, che in bello stile fa commuovere e divertire. Quando ho sentito sopravanzare le prime note di Paper Planes di M.IA., poi, mi sono quasi sciolto, confermando l'antica vocazione di Danny Boyle per le colonne sonore da urlo.








The Wrestler, di Darren Aronofsky: questo è la vera hit dell'inverno. Nemmeno le dicotomie Stallone-Rambo (o Stallone-Rocky), si avvicinano tanto all'assoluta condivisione di vissuto tra Mickey Rourke e The Ram, il Wrestler le cui tristi vicende sono oggetto di questo meraviglioso film. "Non necessariamente l'attore può aver vissuto delle esperienze simili a quelle "vissute" dal personaggio: l'attore deve ricorrere alle "relazioni armoniche" cioè fare riferimento a circostanze che abbiano una maggiore o minore affinità o somiglianza con quelle del personaggio. L'importante è che l'immagine interiore a cui ci si riferisce sia "consonante" con le reazioni del personaggio." Così dettava Stanislavskij, con il suo metodo, per indicare la strada di compenetrazione attore-personaggio; sono certo che Mickey Rourke non ha dovuto sforzarsi troppo, e questo è il motivo per cui una storia tutto sommato ordinaria riesce a colpire al cuore così a fondo. La sensazione di sofferenza e di sunpatheia che si prova per il personaggio è tanto più grande quanto più si conoscono i retroscena della reale autodistruzione che Rourke ha inflitto a sé stesso negli ultimi 10 anni. I muscoli grandi e vecchi, le carni demolite, i lineamenti sfigurati dai pugni non sono soltanto quel che resta di un wreslter in declino, sono soprattutto le vere lacerazioni di un attore che forse ha finalmente riscoperto il piacere di tornare a fare quello che gli riesce meglio: recitare.








Seven Pounds, di Gabriele Muccino: pochi giorni fa ho sentito un'intervista a Muccino, che si diceva costernato per le critiche molto negative ricevute dal suo ambizioso Seven Pounds; costernato non tanto perchè queste fosserò così negative, quanto perché, per la prima volta non aveva saputo trarre alcun insegnamento da esse. L'accusa di essere"manipolatorio", in particolar modo, l'avevalasciato di stucco: perché? Ultimo Bacio e Pursuit of Happyness non lo erano, manipolatori? Certo che lo erano - dice lui - è uno degli espedienti che il regista ha a disposizione; è sacrosanto diritto dell'autore farci ridere, piangere, pensare, schifare a comando, e per farlo ha bisogno di una fase preparatoria più o meno lunga, più o meno efficacie; è propprio dalla "fase preparatoria", in cui si traccia la storia, si indaga sui personaggi, che si decide l'efficacia e la portata del momento catartico - dico io-. Con queste premesse la visione del film è stata ancora più stimolante. Avevo voglia di poter difendere il "nostro regista" alla sua seconda pova hollywoodiana. Invece, purtroppo, avevano ragione loro: SevenPounds è un film che vive della sola sequenza finale, meravigliosa, in cui esplode prepotente il talento di Muccino e per questo lascia un amarissimo senso di incompiutezza. Per due ore si giocherella meschinamente con situazioni disperate e o si fa senza aver debitamente preparato il tracciato, senza aver creato la giusta sospensione dei sentimenti. Peccato.




1 commenti:

Anonymous said...

A me Slumdog millionaire è piaciuto con qualche riserva: ad esempio ho trovato che Danny Boyle abbia calcato la mano sulla storia d'amore sdolcinata, unico grande difetto di questa pellicola a mio avviso. Per il resto ho apprezzato moltissimo regia, fotografia, colonna sonora, recitazione, ecc... (bellissimi i flashback che ci raccontano l'infaniza di Jamal ad esempio).

The wrestler purtroppo non l'ho ancora visto.

Seven pounds mi ha irritata e non poco. Mi accodo all'"avevano ragione loro"...

Ale55andra