Tuesday, January 29, 2008

Halloween: the beginning


Non sono amante dell'horror, dello splatter, a meno che non sia al servizio di un meccanismo di paura più raffinato, come, per esempio, quello visto in Saw -l'enigmista. I tempi degli exploitation movies sono passati da un pezzo e le torture alle membra umane ormai non fanno più paura, e non fanno più nemmeno discutere. Fin dai primi episodi della mediocre serie, Halloween è stato semplicemente un sanguinoso cerca-di-fuggire-tanto-ti-ammazzo-lo-stesso, e questo prequel non si discosta molto da lì, se non fosse per il binomio Rob Zombie-Jonh Carpenter, rispettivamente alla regia ed al soggetto (oltre che produzione). Zombie è uno dei più talentuosi registi horror in circolazione, che sa unire nefandezze terribili ad una tecnica cinematografica di primo livello. Fotografia curatissima, espedienti di camera virtuosi, ritmo totalmente sotto controllo. Suggerisco la visione de "La casa dei 100 corpi", opera prima di Zombie, anche ai deboli di stomaco, perchè è davvero un buon film, pieno di idee, a prescindere dal genere che rappresenta.
Halloween è un po sotto quel livello, ma la storia dell'infanzia del mostro a tratti è anche toccante. Peccato che il tentativo di "indagine psicologica" si concluda prima della metà del film, quando lo psicologo (Malcom McDowell, 'nuff said!) rinuncia alle spiegazioni accademiche e fissa la prognosi del giovane Mike su di un laconico "lui è il male".
In conclusione il film resta sospeso tra un po di gocce di disturbo ed una buona dose di ridicolo, facedoci comunque arrivare all'epilogo senza rendercene conto, e questo non guasta mai.
Per valutare un film "di paura" in genere controllo la mia reazione alla fine dello spettacolo: se guardo dietro le porte buie, per controllare, allora è stato un buon film.
Non posso negare di aver cercato con lo sguardo la maschera di Mike nel buio della mia stanza, e poi, quanto mi piace Sheri Moon Zombie.

JS

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